Cultura e professionalità nel vino? Chiedere ai sommelier di AIS Lombardia
Circa 6000 soci, un’offerta formativa completa e articolata su tre livelli, che solo nell’ultimo anno, il 2017, ha visto 3800 persone, appassionati di vino così come operatori del settore, frequentare uno dei 51 corsi, di 1°, 2° e 3° livello, organizzati da una delle 11 delegazioni provinciali che la compongono. E poi tanti, tantissimi eventi durante l’anno, tra serate di degustazione a tema e banchi di assaggio, che vedono Milano come l’epicentro più dinamico e vitale e che vanno ad arricchire un’offerta formativa nel mondo del vino che al momento non ha eguali in Italia.
Stiamo parlando dell’Associazione Italiana Sommelier della Lombardia, la più numerosa compagine regionale tra quelle che fanno parte dell’universo dell’AIS a livello nazionale. «Sono numeri importanti, che certificano una crescita costante, per certi versi anche dirompente: un aspetto che ci gratifica e al tempo stesso responsabilizza sempre di più a fare meglio» ci spiega Fiorenzo Detti, al timone di AIS Lombardia dal 2010.
Insomma, la voglia di diventare sommelier, l’ultimo gradino al quale si accede dopo aver frequentato tutti e tre i livelli e sostenuto un esame finale sia scritto che orale – degustazione inclusa naturalmente – sembra aver contagiato molte più persone rispetto al passato. “Sì, è vero. Ma non è un risultato casuale o figlio solo della moda, che sicuramente esiste, di volerne sapere di più sul vino. L’Expo milanese del 2015, all’interno del quale i sommelier lombardi erano presenti con un ruolo da protagonista all’interno del padiglione della Regione Lombardia, ha sicuramente portato lustro e visibilità al nostro lavoro. Ma anche questo non è sufficiente per spiegare il nostro successo”. Alle spalle, in realtà, c’è un grande lavoro, apprezzato in primis anche da molti operatori del settore che si rivolgono all’Associazione per poter formare in modo serio e preparato il proprio personale. “Sono molte le strutture che si rivolgono a noi per far sì che un sommelier possa lavorare in modo professionale all’interno di enoteche, alberghi o ristoranti – spiega Detti -, tutti luoghi dove vino, distillati, ma anche il mondo delle birre, dell’olio, dei miscelati o anche dei sigari, hanno sempre più bisogno di figure preparate a 360 gradi”. Ma oggi troviamo sommelier lombardi anche nei punti vendita della grande distribuzione organizzata o presso aziende vinicole, sempre più attente alla comunicazione. “D’altronde, chi meglio di un nostro sommelier può accogliere con professionalità i tanti turisti del mondo del vino che visitano le aziende vitivinicole?”.
AIS Lombardia pubblica una rivista con cadenza semestrale, inviata a tutti i soci, e una guida, Viniplus, che vede alle spalle il lavoro di un nutrito gruppo di Degustatori, quest’anno erano ben 110: una puntuale fotografia della produzione regionale, consultabile per i soci anche on line (www.viniplus.wine) e che nella versione cartacea è stata distribuita a circa 800 locali di food & beverage della regione: “È un lavoro al quale teniamo moltissimo – conclude il presidente lombardo -. Sarebbe bello che i ristoranti della nostra regione mettessero le referenze di Lombardia in cima alle loro carte dei vini. Noi ci proviamo”.